Percorso quaresimale diocesano

Papa Francesco nel maggio 2020, quando sono riprese le celebrazioni dopo il duro lockdown, aveva affermato che “peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”. Questa espressione è diventata una chiave interpretativa a tanti livelli per rivedere come la pandemia chiede alla nostra Chiesa di cambiare, di convertirsi. Di per sé anche il processo sinodale che la Chiesa universale sta vivendo è un tentativo di non sprecare la crisi che stiamo attraversando e che ha messo in discussione il nostro modo abituale di essere comunità.

Fra le diverse novità “forzate” dalla pandemia c’è stata anche il ricorso in diverse diocesi alle celebrazioni penitenziali con l’assoluzione generale: valutata la difficoltà in alcuni contesti a vivere la confessione individuale per rischio di contagi e mancanza di spazi adatti, si è scelto, in occasione di un concorso numeroso di penitenti, di dare l’assoluzione generale.

Questo fatto, di per sé eccezionale, però ha permesso di rivalutare un aspetto ordinario della riconciliazione che spesso viene disatteso, ovvero il coinvolgimento della comunità. Il peccato è una ferita nel cuore di ogni singolo credente, ma allo stesso tempo è anche una ferita al corpo di Cristo che è la Chiesa e che ha bisogno di un adeguato processo di guarigione. La celebrazione penitenziale comunitaria con l’assoluzione generale ha permesso di rivalutare e apprezzare la dimensione ecclesiale della riconciliazione in modo molto più chiaro.

Dall’altra parte bisogna dire che l’assoluzione generale rischia di disattendere quella dimensione di impegno, di revisione seria di vita, che un colloquio personale e la confessione individuale assicurano in modo più chiaro. È faticoso e richiede impegno e serietà riconoscere le proprie mancanze davanti ad un’altra persona, ma questa fatica fa comprendere il “costo” del cambiamento.

Sia la confessione individuale che le celebrazioni comunitarie rischiano però di dimenticare un’altra dimensione fondamentale della conversione, che è il fattore tempo. La riconciliazione vissuta come momento puntuale, limitato nel tempo, non è rispettosa delle leggi della gradualità e dei processi di cambiamento.

La saggezza della Chiesa ha sempre visto la quaresima come un periodo adatto per vivere la conversione, ovvero per innescare dei processi di cambiamento che richiedono un tempo, una serie di tappe che permettono di vivere un itinerario, un impegno personale serio che porta a rivedere il proprio modo di agire e le priorità che stanno alla base delle scelte, un coinvolgimento della comunità che è chiamata insieme a guarire le proprie ferite e a favorire la riconciliazione.

Come Chiesa diocesana vorremmo non perdere l’occasione offerta da questo tempo, che pure è un periodo di crisi, per proporre un cammino di conversione che tenga insieme il tempo, l’impegno personale e il coinvolgimento della comunità.

Il giorno delle Ceneri, inizio della quaresima, si troverà in tutte le parrocchie un segnalibro che suggerisce una serie di impegni che ciascuno è chiamato a prendersi nel corso della quaresima: 1) Usa ogni giorno il sussidio preparato dal Centro Missionario per l’ascolto e la riflessione sulla Parola di Dio; 2) Dedica ogni sera almeno 3 minuti alla rilettura della giornata: ringrazia il Signore per qualcosa accaduto; chiedi perdono per il bene che potevi fare e non hai fatto o per il male che hai compiuto; custodisci un evento/incontro significativo; 3) Trova il tempo per un colloquio con un sacerdote o altra guida spirituale; 4) Compi un gesto concreto di riconciliazione con una persona con cui hai qualcosa “in sospeso”; 5) Rinuncia a 4 pasti e offri in carità l’equivalente per i progetti di promozione umana del centro missionario.

Questi impegni vogliono indirizzare all’ascolto della Parola, alla revisione costante della propria vita, alla condivisione (che può essere anche costosa, tanto più dopo un tempo in cui abbiamo ridotto al massimo le occasioni di incontro), al fare pace, alla solidarietà che mi costa qualcosa.

Nei venerdì di quaresima vengono poi proposti degli incontri che aiutino a vivere la riconciliazione come un processo che avviene nel tempo coinvolgendo la comunità.

Venerdì 11 marzo alle 20.00 nel duomo di Cervignano ci sarà il primo appuntamento diocesano col vescovo Carlo: sarà una celebrazione che vuole ispirare l’impegno personale e che desidera far cogliere il coinvolgimento comunitario.

Venerdì 18 marzo alle 20.00 nei diversi decanati si vivrà il secondo appuntamento diffuso sul territorio: sarà una celebrazione che aiuti a fare una revisione di vita e incoraggi il confronto personale sul proprio cammino. In quella sera ci sarà la disponibilità di alcune guide spirituale con le quali confrontarsi sul proprio cammino: quali sono gli impegni presi per questa quaresima? quali sono i pesi che sto portando? per che cosa devo ringraziare? I luoghi di incontro saranno:

Venerdì 25 marzo alle 20.00 nella chiesa di S. Nicolò a Monfalcone ci sarà un nuovo appuntamento diocesano presieduto dal vescovo Carlo. Sarà quella l’occasione per chiedere perdono comunitariamente per il peccato: il peccato del mondo, il peccato della Chiesa, il peccato personale di ciascuno. Il vescovo donerà poi l’assoluzione generale ai presenti che sono pentiti e che desiderano cambiare vita. Rimane poi l’impegno di poter accedere anche alla confessione individuale quando possibile. In quella serata verranno anche raccolte le offerte, frutto della rinuncia ad alcuni pasti, per le opere di promozione umane e di evangelizzazione. Ci sarà anche la possibilità di comunicare il nome della persona con cui si è fatto un passo di riconciliazione.

Venerdì 1 aprile alle 20.00 nei vari decanati ci sarà una liturgia penitenziale che più a livello locale offrirà la possibilità di rivedere la propria vita e di poter fare la propria confessione individuale. Questi incontri si svolgeranno a Gorizia – Cappuccini; Gradisca – S. Valeriano; Ronchi – Maria Madre della Chiesa; Cervignano – Duomo; S. Andrea. Nel decanato di Monfalcone-Ronchi-Duino gli orari e le date delle celebrazioni verranno comunicate in seguito.

Questo itinerario è impegnativo, può mettere in crisi, ma è una crisi da non sprecare.

don Nicola Ban

Vicario episcopale per l’evangelizzazione ed i sacramenti

condividi su

8 Febbraio 2022