Carlo Michele dei Conti d’Attems (1752 – 1774)

attemsNato a Gorizia il 1 luglio 1711, proveniente dalla miglior tradizione della nobiltà locale, ebbe una ricca formazione culturale ed ecclesiastica in un vasto ambito europeo (Graz, Modena, Roma, Basilea). Già indicato dal barone Agostino Codelli, la cui munificenza costituì fattore decisivo per l’erezione della diocesi, fu scelto quale Vicario Apostolico per le «terre imperiali» della diocesi aquileiese (17 giugno 1750), e nominato vescovo titolare di Menito e poi di Pergamo; appena assunto l’incarico, effettuò la visita canonica alle parrocchie, iniziando da Gorizia.

Nominato arcivescovo della nuova sede metropolitana (18 aprile 1752), egli sviluppò un’azione di governo strutturalmente efficace (riordinando i punti curati della vastissima diocesi, erigendo la «Domus Presbyteralis», promulgando una serie di norme pastorali e disciplinari) ma soprattutto si affermò attraverso una presenza diretta, assidua e lungimirante, animata da uno stile autenticamente evangelico, come appare anche dalle tre visite pastorali dalla Stiria alla Carniola, dal Friuli alla Carinzia.

Pur godendo di una privilegiata posizione personale per l’appoggio dell’imperatrice Maria Teresa e per il ruolo della nuova realtà ecclesiastica nella strategia degli interessi imperiali (nel 1766 viene nominato Principe del Sacro Romano Impero), l’Attems seppe imporsi per una linea squisitamente pastorale, «tenendo quest’unico fine dinanzi agli occhi… il miglior interesse delle anime ed il libero esercizio del suo spiritual governo » (Benedetto XIV).

Strumento privilegiato per l’impostazione della vita religiosa ed ecclesiastica della nuova diocesi fu il Sinodo provinciale che, dopo lunghi preparativi, venne celebrato a Gorizia il 18 ottobre 1768. Lo spirito giurisdizionalista antiromano, in fase di accentuazione a Vienna, pretese di imporre mutilazioni ed aggiunte a tale sapiente legislazione: l’arcivescovo trattò a lungo con Vienna e con Roma tali modifiche, ma senza giungere ad una conclusione, per cui le 45 Costituzioni del Sinodo non furono pubblicate.

Coadiuvato negli ultimi anni dall’ausiliare Rodolfo d’Edling, si spense il 18 febbraio 1774. La sua salma, tumulata nella tomba prevista per gli alunni della «Domus Presbyteralis» nella chiesa di San Carlo, sarà trasferita nel 1788 alla chiesa metropolitana (ma i suoi resti, per le complesse vicende della stessa chiesa, in particolare durante la Prima Guerra Mondiale, non sono stati più identificati).