La suo nomina ad arcivescovo – il primo proveniente dalla popolazione slovena della diocesi – suscitò grande entusiasmo per la stima di religiosità, cultura e premura pastorale che già lo circondava.
Nato a Prvačina – Prevacina il 13 gennaio 1831, ordinato sacerdote il 13 gennaio 1857 dall’arcivescovo Gollmayr (che lo giudicava il suo miglior sacerdote), laureato all’Augustineum, insegnante di teologia dogmatica e direttore del Seminario centrale, nel 1882 venne eletto vescovo di Parenzo-Pola e consacrato dallo stesso Gollmayr a Gorizia il 14 gennaio 1883. Già il 9 agosto dello stesso anno veniva trasferito alla sede di Gorizia.
Gli anni del suo episcopato segnarono un’ulteriore espansione della vitalità dei cattolici in tutti i campi ma dentro una conflittualità tipica di quel momento storico, per l’intrecciarsi di problemi religiosi e politici, culturali e sociali.
«Nato più per la vita contemplativa e per gli studi, d’animo mitissimo», l’arcivescovo Zorn si trovò ad affrontare gravi responsabilità nei confronti della linea pastorale che la situazione richiedeva: particolarmente acuti i problemi della convivenza fra la realtà slovena e quella italiana e contrastate le scelte politiche, come in occasione delle elezioni del 1897.
Già deciso a rinunciare alla sede, l’arcivescovo fu colto da una grave crisi depressiva alla fine di marzo dello stesso anno, da cui non si riebbe. Trasportato a Vienna nell’Istituto di cura del dr. Svetlin, vi morì l’ 8 luglio 1897; venne sepolto nella chiesa metropolitana di Gorizia.