Il Giubileo, il tempo di riavvicinamento a Dio

Il 1 maggio 2025 l’arcivescovo Carlo ha presieduto nel santuario mariano dell’isola di Barbana, la liturgia in occasione del 100º anniversario dei voto dei pescatori di Grado e dell’inizio del periodo in cui il santuario stesso è chiesa giubilare. 

Qual è il modo più spontaneo e immediato per entrare in contatto con Dio o comunque con il mondo della divinità, qualunque sia il nome che a esso viene attribuito? Facile rispondere: quando si è in una situazione di estremo bisogno e si sperimenta tutta la propria limitatezza. Quando non c’è più niente da fare, anche chi non è praticante e persino chi non è credente, in qualche modo sente il bisogno di rivolgersi a Dio. Lo hanno sperimentato i nostri pescatori 100 anni fa in una situazione di gravissimo pericolo per una tempesta in mare: hanno invocato Maria e si sono affidati alla sua intercessione materna e così si sono salvati.

È qualcosa di sbagliato affidarsi a Dio, alla Madonna, ai santi quando non c’è altro da fare, in particolare se fatto da un non credente? È un rinnegare per necessità estrema le proprie convinzioni? E per un credente è ridurre il proprio rapporto con Dio a qualcosa di strumentale? Questo può essere vero. Eppure il fatto che almeno nel bisogno si sia portati a rivolgersi a Dio, significa che nel nostro cuore c’è un qualcosa che ci lega a Lui, sia che ne siamo consapevoli, sia che non ne abbiamo coscienza. Questo qualcosa è il fatto che ci ha creati a sua immagine e somiglianza: abbiamo dentro di noi per così dire il DNA di Dio ed è inserito nel nostro cuore la sua paternità. Insomma, che lo sappiamo o no, siamo però figli e figlie di Dio.

Naturalmente il riferimento a Dio non deve limitarsi alle sole situazioni di bisogno, per cui, passato il pericolo, ci si dimentica di Lui e anche di Maria e dei santi che ci hanno aiutato con la loro intercessione. Non è il caso dei pescatori di Grado, se dopo 100 anni ancora ricordano l’intervento miracoloso dovuto alle preghiere della Madonna di Barbana e sono qui anche oggi per ringraziarla. Ma di solito capita che ci si dimentica di Dio e della Madonna, salvo ritornare da loro la prossima volta che ne abbiamo bisogno.

La Parola di Dio di oggi, ci indica invece due aspetti fondamentali della relazione con Dio. Anzitutto il Vangelo che ci invita a trovare in Gesù, nelle sue parole e nello Spirito Santo che ce le fa capire, la verità più profonda della nostra vita. Gesù dice a Nicodemo, questo fariseo che è andato a trovarlo di notte per conoscerlo: «Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito». Non diciamo per niente al termine di ogni lettura “Parola di Dio” o “Parola del Signore”, perché quelle parole sono davvero parola di Dio. Certo dentro parole umane che vanno bene comprese, perché il Figlio di Dio, che è la vera Parola di Dio, si è incarnato nella nostra realtà, è divenuto vero uomo, ha assunto il nostro linguaggio, le nostre parole. Nelle parole della Scrittura, in particolare dei Vangeli, possiamo allora trovare le parole vere, che ci spiegano il senso della nostra vita, che ci danno speranza, che ci insegnano ad amare, a perdonare, a servire.

C’è poi un secondo importante riferimento ed è dato dalla prima lettura. Siamo dopo la Pentecoste agli inizi della Chiesa. Gli apostoli annunciano il Vangelo, ma sono osteggiati, perseguitati, portati in carcere. Sono poi miracolosamente liberati, ma insistono nella loro missione. Li catturano di nuovo e vengono portati davanti al sommo sacerdote. Chiare le sue parole: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo».

Ma ancora più chiara la risposta degli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini». Se Dio è Colui che ci offre la verità della nostra vita, se è il Padre che ci ha creati a sua immagine e somiglianza come suoi figli e sue figlie, non si può che obbedire a Lui. Perché Lui ci ama e vuole il nostro bene. Obbedire a Lui non significa obbedire a una specie di dittatore, ma a un Padre che sa che cosa è bene, che cosa è giusto per noi. E se gli uomini ci ordinano qualcosa di contrario a Dio, qualcosa quindi che è male, non si può che obbedire a Dio a costo di tutto, persino della stessa vita.

Incominciamo oggi il periodo in cui questo santuario sarà giubilare, un santuario in cui vivere l’esperienza del Giubileo. Ma che cosa è il giubileo se non un riavvicinarci a Dio, se non capire che la cosa fondamentale è la sua volontà di amore per noi? Se non capire in che cosa ci siamo allontanati da Lui per riprendere la strada giusta di veri pellegrini di speranza come ci dice il motto del giubileo. E quindi obbedire a Lui. Probabilmente a noi non verrà chiesto di mettere in gioco la vita per obbedirgli, però vivere secondo il Vangelo può essere non facile, soprattutto in una società che spesso sembra dimenticarsi di Dio, diventa spesso indifferente, scegli valori diversi da quelli del Vangelo, tende a volte a emarginare chi vuole impegnarsi come cristiano.

Maria fin dall’inizio ha scelto di ascoltare la Parola di Dio e di dire di sì a Dio: «Avvenga di me secondo la tua Parola». Ci aiuti a ricordarci sempre di Dio nella nostra vita e a mettere in pratica i valori del vangelo come veri figli e figlie di Dio, soprattutto in quest’anno santo. E continui a proteggere i pescatori, gli abitanti di Grado e tutti coloro che sono a Lei devoti.

+ vescovo Carlo

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3 Maggio 2025