
Lunedì 29 settembre 2025 l’arcivescovo Carlo ha presieduto in Cattedrale la messa nella festa di San Michele arcangelo, patrono della Polizia di Stato.
Rinnovo i saluti alle Autorità presenti e in particolare agli appartenenti alla Polizia di Stato che riconoscono in san Michele il loro patrono. La festa di oggi celebra anche gli altri due arcangeli, Gabriele e Raffaele, e tra qualche giorno – il 2 ottobre – ci sarà anche la festa degli angeli custodi. Si tratta di feste che mi hanno ritornare alla mente quanto ho ascoltato nelle scorse settimane in alcuni incontri a proposito della religiosità attuale. Lo ricordo brevemente, perché penso sia qualcosa che ci interessa tutti.
Un primo dato è che la società di oggi è tutt’altro che atea. Forse non dà il giusto rilievo, che noi cristiani vorremmo, per la fede cristiana e anche per le altre fedi, ma non per questo si contrappone alla dimensione religiosa. Allora si tratta di una società religiosa? Degli esperti mi hanno detto che no, la società italiana ed europea in genere, non è atea, ma non è neppure religiosa, quanto piuttosto la gente cerca una spiritualità. Può sembrare una sottigliezza, ma “religiosità” e “spiritualità” non sono sinonimi come potrebbe apparire a un primo sguardo: la “religiosità” si riferisce se non a una vera e propria religione comunque a un sistema coerente di credenze e di pratiche religiose; la “spiritualità”, invece è qualcosa di più generico che indica qualcosa che va al di là dell’aspetto materiale della vita.Che cosa significa questo? Semplicemente che noi esseri umani non possiamo essere ridotti a materia o anche a sola intelligenza astratta, ma abbiamo comunque dentro di noi una dimensione spirituale che ci porta, per usare un’immagine, a non guardare solo per terra o davanti, ma ad alzare gli occhi al cielo. E questo vale per tutti noi, a prescindere dalla fede più o meno esplicita e dallapratica religiosa più o meno fedele.
Un secondo dato che ho ascoltato sempre da esperti: pare che il riferimento agli angeli vada particolarmente di moda. Forse è in crisi la fede in Gesù, nella Madonna, nei Santi, ma non quella degli angeli. Anche qui ci si può chiedere: che cosa vuol dire questa credenza? Penso a qualcosa che si avvicina al vostro lavoro, ossia l’esigenza di protezione. In un mondo così fortemente in cambiamento (geniale e profetica l’intuizione di papa Francesco quando ha definito la nostra non un’epoca di cambiamento, ma un cambio d’epoca) con la perdita di riferimenti certi, l’oscurità circa le prospettive future, la mancanza di valori di riferimento, il rimescolamento delle dinamiche geopolitiche, ecc. la gente ha bisogno di protezione e di rassicurazione. E questo – mi pare – è qualcosa che c’entra con le forze dell’ordine, chiamate appunto a garantire l’ordine, la sicurezza e la tutela delle persone più deboli della società (e non sono solo gli anziani o gli adolescenti e – purtroppo – ancora le donne, ma anche – può sembrare paradossale – le persone che delinquono e che vanno spesso protette da se stesse). Un impegno che esige tanta saggezza e prudenza, soprattutto nel comprendere, gestire e incanalare le emozioni della gente, che il mondo dei social amplificano e che, a volte, vengono sfruttate per finalità politiche immediate, in modo che sia rispettata la libertà di espressione (anche religiosa) di ciascuno, ma in un contesto di serenità, di pace e di rispetto reciproco.
Un terzo dato: oggi è molto diffusa la moda dei tatuaggi. Pare che tra le immagini prevalenti che si incidono sulla pelle delle persone ci siano quelli ad argomento religioso: frasi della Bibbia e soprattutto il “sacro cuore” nella versione tradizionale, ossia un cuore rosso con sopra una fiamma, avvolto da una corona di spine e trafitto da una lancia o da una spada. Questo conferma l’esigenza di spiritualità diffusa oggi come dicevo prima. Ma il collegamento con il tatuaggio dice molto di più. Il tatuaggio non è un vestito che si può togliere quando si vuole: mi pare che si possa cancellare, ma la cosa è complicata e dolorosa. Il tatuaggio è sulla pelle, quindi su ciò che è proprio e permanente della persona. Come dire con forza che si hanno bisogno delle certezze persino fisiche e che queste esigenze sono come incise su se stessi.
Sempre per evidenziare il bisogno di spiritualità di oggi si potrebbero aggiungere tanti altri elementi. Ne ricordo ancora uno: la fortuna dei libri con argomento religioso. Un noto giornalista, molto presente anche in televisione, ha avuto un enorme successo (oltre 400.000 copie) con un libro dedicato alla Bibbia e ora si attende, penso, un “successo annunziato” con un libro dedicato a san Francesco. Per altro evidenziando fin dal titolo l’Italianità del santo di Assisi, dimenticando che la mamma di san Francesco era francese e che lui era stato chiamato Francesco proprio in forza della nazionalità della madre. Ciò non toglie che sia un grande santo italiano e che il suo Cantico con la Divina Commedia di Dante segnino lo splendido inizio della poesia e della letteratura del nostro Paese, essendo però parte preziosa del patrimonio culturale dell’intera umanità. Come sempre la vita è più ricca e più dinamica dei nostri schemi che tendono a dividere e a contrapporre. Ma, guarda caso, un altro uomo con grande impatto mediatico, in questo caso uno storico, ha pubblicato anche lui un libro sempre sul santo di Assisi. E penso che avrà lo stesso successo di vendita. Ciò conferma il grande interesse dell’aspetto spirituale e religioso oggi.
L’auspicio che ciò serva a far crescere un impegno per la pace e per la fraternità universale, che papa Francesco ha molto sottolineato e che papa Leone prosegue a richiamare in questo contesto mondiale così caratterizzato da guerre e contrapposizioni. E che, invece, la religiosità non venga strumentalizzata – come purtroppo anche oggi accade – per finalità politiche, per favorire nazionalismi, per giustificare guerre. Chiediamo in questa Messa l’intercessione degli angeli, perché custodiscano nella pace l’intera umanità e ci aiutino a trovare – noi cristiani – nel Vangelo, ciò che ci offre i valori più autentici per un impegno, spesso non facile come il vostro, a servizio del bene comune.
+ vescovo Carlo