Martedì 14: un mattino di grazia e di emozione
Mattinata intensa ed emozionante quella vissuta dai pellegrini della Diocesi di Gorizia, accompagnati dal loro Arcivescovo Carlo, nel cuore di Roma. Dopo la celebrazione della Santa Messa presso il Santuario della Divina Misericordia in Santo Spirito in Sassia, i pellegrini hanno potuto vivere uno dei momenti più attesi e significativi: l’ingresso processionale nella Basilica di San Pietro attraverso la Porta Santa, segno eloquente della misericordia e del perdono di Dio.
L’omelia è stata affidata a mons. Carlo Bolčina, che ha guidato i presenti in una riflessione profonda sull’interiorità e l’esteriorità della vita cristiana, partendo dal Vangelo del giorno.
«Talvolta – ha ricordato – anche l’elemosina può diventare una scusante del nostro peccato: il Signore invece ci chiede di donare non solo qualcosa, ma noi stessi».
Un invito forte, a compiere un vero esame di coscienza, a verificare quanto del nostro cuore appartenga davvero a Dio e agli altri.
Dopo la celebrazione, i pellegrini – pur tra le inevitabili difficoltà logistiche dovute ai grandi numeri del Giubileo – hanno potuto varcare la Porta Santa, accompagnati dal canto e dalla preghiera. In testa alla processione, l’Arcivescovo Carlo portava la croce del Giubileo, simbolo del cammino di fede che unisce l’intera comunità diocesana.
Il momento della professione di fede, vissuto all’interno della Basilica, è stato per tutti carico di commozione: un segno tangibile di comunione e di speranza, un “sì” rinnovato al Signore e alla Chiesa.
E proprio in questo giorno, il 14 ottobre, ricorre anche un anniversario significativo: l’ingresso di mons. Redaelli come Vescovo di Gorizia, avvenuto tredici anni fa.
Un richiamo provvidenziale, che ha reso ancora più intensa la consapevolezza di camminare insieme come Chiesa diocesana, unita al suo pastore, verso il Giubileo della Speranza 2025.
Lunedi 13 ottobre: con emozione e spirito di fede
Con emozione e spirito di fede, i 250 pellegrini della Diocesi, guidati dall’Arcivescovo Carlo, hanno vissuto oggi il primo giorno del pellegrinaggio giubilare a Roma.
La meta della giornata è stata la Basilica di San Paolo fuori le Mura, dove il gruppo ha potuto attraversare processionalmente la Porta Santa, segno del cammino di conversione e di grazia che il Giubileo richiama.
«Io sono la porta: chi passerà attraverso di me sarà salvo e troverà la vita» (Gv 10,9): le parole del Vangelo hanno accompagnato il gesto, sottolineando la dimensione spirituale dell’incontro con Cristo, Porta della Misericordia.
Sulla tomba dell’Apostolo Paolo, i pellegrini hanno rinnovato la professione di fede, segno dell’unità della Chiesa e della comunione con le radici apostoliche.
L’Arcivescovo ha poi presieduto la celebrazione eucaristica, concelebrata dai sacerdoti presenti, con letture proclamate in italiano, friulano e sloveno, a testimoniare la ricchezza delle diverse comunità della Diocesi.
Nell’omelia, commentando la Lettera ai Romani, Mons. Carlo ha invitato tutti a vivere una conversione personale e comunitaria, ricordando che «noi siamo il Corpo di Cristo» e che ogni fedele è chiamato ad amare concretamente la Chiesa e le proprie comunità, servendole con gioia e responsabilità.


