
Nella serata di martedì 23 settembre si è svolta a Gorizia presso la chiesa di Maria Santissima Regina la Veglia di Preghiera per la Pace plurilingue, alla presenza di motissime persone e soprattutto tantissimi giovani. A presiedere la veglia i vescovi del Consiglio episcopale permanente, insieme ai vescovi della Conferenza episcopale slovena e quella croata.
Riportiamo il testo del saluto di mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia
Un caro saluto a tutti voi, presenti in questa piazza, per una preghiera per la pace. Una piazza divisa da un confine, fino a non molto tempo fa di separazione e di divisione, e ora di fraternità e di pace. Una piazza che è il simbolo di due città, insieme capitale europea della cultura 2025, che vogliono essere con molta umiltà, ma anche con grande determinazione esempio per i tanti conflitti, le tante divisioni, le tante tensioni che tuttora contrappongono e dividono popoli, famiglie e persone. Nel 1947 questa piazza e tutto il nostro territorio sono stati divisi inprovvisamente da un confine che ha perpetuato nel tempo lo strascico di dolori e sofferenze, incomprensioni e diffidenze che la guerra e le ideologie avevano provocato. Non ci si è però arresi e con pazienza e costanza si è cercato come comunità civili, anche con il grande apporto delle comunità cristiane di qua e di là del confine, di costruire percorsi di incontro, di dialogo, di comprensione dei punti di vista dell’altro, di rispetto delle diverse memorie, di vera riconciliazione.
Tutto questo, dobbiamo riconoscerlo, è stato possibile anche per l’esistenza di un’Europa, che ha voluto finalmente voltare pagina rispetto a secoli di contrapposizione e di guerre per divenire, pur con tutti i suoi limiti, un territorio di pace. Siamo molto riconoscenti a chi ha coluto questa Europa e auspichiamo che non si perdano quei valori che sono i veri contenuti della cultura europea di cui in qualche modo le due città vogliono essere insieme capitale.
Ringrazio i giovani per la loro presenza, perché a loro viene trasmesso il testimone di questa cultura di pace in un momento travagliato per il mondo, e tra di loro iseminaristi delle tre diocesi Gorizia, Trieste e Udine. Saluto tutti i presenti e anche coloro che ci stanno accompagnando con la loro fervida preghiera per la pace. Nella persona dei due sindaci, Samo Turel e Rudolfo Ziberna, rivolgo un plauso alla società civile delle nostre due città e sono molto contento della presenza di Sua Eccellenza mons. Peter Stümpf, Vescovo della diocesi di Koper-Capodistria, cui appartiene la comunità di Nova Gorica, con cui mi legano rapporti di stima e amicizia. Rapporti di fraternità che sono molto vivi con i Vescovi sloveni e sicuramente cresceranno anche con i Vescovi croati qui presenti. E naturalmente sono molto grato a Sua Eminenza Card. Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, e a tutti i membri del Consiglio Permanente della stessa, per aver accettato di tenere qui da noi, prorpio su questo confine, la sessione autunnale di questo importante organo della Chiesa italiana. E non può mancare un saluto ai Vescovi della Regione. Come afferma la bellissima benedizione di Aronne: »Ci benedica il Signore e ci protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di noi e ci sia propizio. Il Signore rivolga su di noi il suo volto e ci conceda pace«. La conceda a tutto il mondo.