Il Battesimo ci rende persone nuove
L'omelia di mons. Redaelli pronunciata alla Veglia pasquale nella chiesa metropolitana
19-04-2014

È con grandissima gioia che tra poco celebreremo il Battesimo di Vincenzo. A lui verrà conferito anche il sacramento della Confermazione insieme ad altri quattro adulti: i fratelli Davide, Ivan e Alice e la signora Maria. In questa Messa della notte di Pasqua, Vincenzo riceverà anche per la prima volta l’Eucaristia.

La gioia è grande: la loro e anche la nostra. La loro, perché questa notte segna il punto di arrivo di un loro personale cammino di vicinanza al Signore e alla sua Chiesa, cui si sono impegnati consapevolmente e con generosità da lungo tempo, anche con la partecipazione all’itinerario diocesano dei venerdì di Quaresima. La nostra, perché è sempre bello e consolante vedere la comunità cristiana che si accresce di un suo membro e che si arricchisce di altre persone che completano il cammino della iniziazione cristiana.

Ma noi, battezzati e cresimati da molti anni, abbiamo un ulteriore motivo di gioia ed è il forte richiamo a un dono che abbiamo ricevuto fin da piccoli, ma di cui spesso ci dimentichiamo: il nostro Battesimo. Lo sappiamo per esperienza: il tempo, se da una parte può consolidare giorno dopo giorno le scelte intraprese, dall’altra tende a stendere un velo di oblio o comunque di grigiore anche sulle realtà splendenti della nostra vita.

La veglia pasquale, che stiamo celebrando, così ricca di Parola di Dio, di luce, di canti, di festa, di segni molto incisivi, ci aiuta a ridare lucentezza a ciò che è il nostro tesoro: l’essere figli di Dio, l’essere parte della comunità di Cristo, la Chiesa. Una realtà eccezionale, che noi, cristiani fin dalla nascita, diamo troppe volte per scontata, e invece non lo è.

Una realtà che ci è stata ben descritta in una lettura di stasera, il brano della lettera ai Romani. Permettete che lo riprenda brevemente con voi, sottolineandone alcuni passaggi. San Paolo anzitutto afferma: «O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova». Il Battesimo, quindi, non è semplicemente un essere lavati dal peccato, ma è l’immersione nella morte di Gesù che ci apre a una vita nuova. L’Apostolo prosegue: «Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato».

Prima del Battesimo siamo dunque “vecchi”, “schiavi”, bloccati dal nostro egoismo, dalla logica del peccato, con la pretesa – inutile… – di salvarci da soli. Il Battesimo fa morire l’uomo vecchio in noi, ci libera dal peccato e inaugura in noi la logica della risurrezione. La conseguenza è che ora viviamo per Dio: «Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù». E siamo pertanto guidati dallo Spirito Santo che ci viene donato con il sacramento della Confermazione e ci assiste con i suoi doni.

Il Battesimo ci rende quindi persone nuove. Certo non siamo ancora in Paradiso, siamo ancora in cammino, abbiamo ancora tante fatiche, tante fragilità, tanti peccati, tanti scoraggiamenti… Ma la parola definitiva su di noi è già stata detta: siamo figli di Dio e lo siamo per sempre. Oggi viene detta per Vincenzo, ma è confermata anche a Davide, Ivan, Alice e Maria e a ciascuno di noi. Che importa allora tutto il resto? Ciò che conta è che il Signore è risorto e che noi risorgiamo con lui e viviamo una vita nuova nella sua Chiesa, condotti dal suo Spirito e sostenuti dalla preghiera degli angeli e dei santi. Alleluia.

† Vescovo Carlo