Perdono e amore: il fariseo e la peccatrice

Wednesday 8 June 2016

Lc 7,36-50; 8,1-3

Gesù è invitato in casa da un fariseo: segno di accoglienza? Non sembra se, come risulterà poi dalle osservazioni di Gesù a commento della parabola raccontata, Simone si è dimenticato dei più semplici gesti di ospitalità allora in uso.
Piccola cosa per chi si ritiene “giusto” e si meraviglia che il “profeta” suo ospite non sappia che quella donna, introdottasi in casa e che sta compiendo sfacciatamente gesti sconvenienti, è una peccatrice.
Gesù usa con Simone (che chiama per nome, mentre la donna per il fariseo è “una peccatrice”) un vecchio “trucco”, lo stesso utilizzato dal profeta Natan per far prendere coscienza al re Davide del suo grave peccato (2Sam 12,1-25), quello cioè di proporre un racconto enigmatico e affidarne la soluzione all’ascoltatore, senza che questo si accorga di essere il protagonista dello stesso racconto.
Gli fa quindi capire che anche lui, Simone, è peccatore, ma che la questione non è la piccola o grande rilevanza del peccato, ma l’amore. Un amore che precede o che segue il perdono? In ogni caso un amore che accoglie l’amore e la misericordia di chi è venuto a guarire i malati e non i sani, a cercare i peccatori e non i giusti.
A questo punto del Vangelo, l’interlocutore di Luca, Teofilo, si sentirà più vicino a Simone, il fariseo, o alla donna peccatrice?
Il brano prosegue con l’elencazione di chi segue Gesù: i Dodici, già noti, e le donne. Di loro si dice ciò che le accomuna: l’esperienza di essere state
guarite da spiriti cattivi e da infermità e il servire Gesù e gli apostoli con i loro beni (il verbo è “diakonein”: l’azione del diacono). Sono persone che si sono lasciate guarire da Colui che è il medico ed è venuto a cercare gli ammalati e i peccatori.
Di tre si ricordano anche i nomi (privilegio assolutamente particolare, come per gli apostoli) e per le prime due una caratteristica: di Maria di Magdala l’essere stata liberata da 7 demoni (numero simbolico che indica la pienezza del male) e di Giovanna, l’essere moglie dell’amministratore di Erode, un sovrano non ebreo e compromesso con i romani.
Gli apostoli e le donne sono i veri parenti di Gesù, come si evince dalla conclusione del brano, quando Maria e i familiari di Gesù vengono a vederlo (Luca tace il vero motivo di questa visita, molto chiaro nel Vangelo di Marco: riportarsi a casa Gesù considerato un pazzo: 3,21).

† Vescovo Carlo