Quanto vale un uomo?
L'omelia dell'arcivescovo durante la Via Crucis cittadina a Gorizia
03-04-2015

Nell’intervista al teatro Verdi in occasione della consegna del premio dato dalla nostra città, il prof. Rubbia ha fatto un’osservazione che mi ha colpito e mi ha condotto a capire alcune dinamiche della società di oggi. Il nostro illustre concittadino a un certo punto ha raccontato di aver chiesto un aumento di stipendio dopo aver ricevuto il premio Nobel, ma, ha spiegato, non tanto per i soldi, quanto piuttosto perché negli Stati Uniti vali per quanto guadagni.

Penso che la cosa non funzioni così solo negli Stati Uniti, ma valga anche da noi. Sono sicuro che anche voi vi sarete domandati qualche volta, quando si viene a conoscere dalla televisione o dai giornali di stipendi, pensioni o liquidazioni di importi così elevati che non sai nemmeno con quanti zeri scriverli: che cosa ne faranno mai gli interessati di così tanti soldi, come faranno a spenderli tutti? La cosa è ancora più curiosa, quando ti capita magari di conoscere qualcuno di questi signori e scopri che magari indossano sempre lo stesso vestito, vivono in un appartamento modesto, fanno vacanze in posti sconosciuti,… Ecco la risposta: non è questione di guadagnare o di spendere, ma di valere.

Quanto vale un uomo? Se il criterio è quello che abbiamo detto, a volte tantissimo, a volte così così, a volte molto poco.

Gesù lo sappiamo quanto vale: 30 denari. Diciamolo in euro: 30 denari era lo stipendio di un mese per un salariato; stiamo larghi e per fare cifra tonda: 1000 euro. Al mese? No, in tutto. L’assicurazione ti paga di più se ti tagli un dito… E se muori in un disastro aereo, ai tuoi restano senz’altro più di mille euro.

Eppure c’è gente che vale meno di Gesù. Quanto valgono quei studenti keniani massacrati ieri solo perché cristiani? E per stare da queste parti, sia pure 100 anni fa, quanto valevano i giovani uccisi con una mazza di ferro o con una baionetta per risparmiare sui proiettili? Nemmeno il costo di una pallottola…

Ma non solo gli uomini valgono a soldi, anche la natura è una questione economica: si può inquinarla, basta che paghi. Anzi si può pagare qui e inquinare di là: l’importante che i conti alla fine – magari con qualche trucco… – tornino…

E Dio: non conta anche per Lui lo stesso principio? Come si fa ad adorarlo se non si sa quanto vale? Già all’epoca di Mosè era meglio avere un dio sotto le sembianze di un vitello d’oro – costava sicuramente agli ebrei (in particolare alle donne che dovettero privarsi di tutti i pendenti d’oro) – piuttosto che un Dio misterioso che pretende di non essere raffigurato e chiede fedeltà.

Tutto ha un costo e quindi tutto ha un valore. Può forse sorprendere, ma anche Gesù nei Vangeli fa sua questa logica. Lo fa, in modo paradossale dandoci due valori, un minimo e un massimo.

Anzitutto ci dice che come minimo valiamo più di due passeri: «Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!» (Mt 10,29-31).

Ma poi aggiunge che noi valiamo più di tutto il mondo intero: «Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?» (Mt 16,26).

In realtà il nostro vero valore ci viene dato dalla croce, dal sangue di Cristo. Lo dice san Pietro nella sua prima lettera: «Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia» (1Pt 1,18-19).

Quel sangue dice tutto il nostro valore, perché quel sangue ci rende figli di Dio. Che cosa potrebbe esserci di più grande? Ecco la fonte della nostra dignità: la dignità di ogni uomo e di ogni donna, anche se disprezzati, perseguitati, uccisi, … Ma anche di ogni uomo e di ogni donna se disprezzanti, perseguitanti e uccisori. Lo abbiamo appena sentito:

«Padre perdonali…», dice Gesù riferendosi ai suoi crocifissori.

Tutti hanno valore agli occhi di Dio. E con gli uomini e le donne anche tutta la creazione: sottoposta al peccato ma destinata a trovare salvezza. Non saremo appesi al niente nel Regno di Dio, ma avremo i piedi ben saldi su una terra nuova, sotto cieli nuovi dove tutto troverà finalmente bellezza, dignità e autentico valore.

Quel valore che trova la sua origine nell’amore di Dio, che ci ha creati e che ci ha salvati “a caro prezzo”.

† Vescovo Carlo