“Una comunità in ascolto di Matteo”, commento al Vangelo di Matteo, curato dagli insegnanti di religione cattolica della nostra diocesi, verrà presentato venerdì 9 dicembre, alle ore 17, presso la sala “Cocolin” in via Seminario a Gorizia.
Il testo può essere acquistato presso l’Ufficio Cassa della Curia arcivescovile di Gorizia.
L’idea è partita dal vescovo: se per l’anno liturgico in corso il commento al Vangelo di Luca era stato opera sua all’interno della Lettera Pastorale “Chi è il cristiano”, perché per l’anno 2016-17 non affidare il compito di commentare il Vangelo di Matteo agli insegnanti di religione della diocesi?
Di primo acchito poteva sembrare un tentativo temerario sia per l’incertezza sulle possibili adesioni al progetto da parte degli insegnanti, sia per le evidenti difficoltà connesse alla costruzione di un’opera collettiva, sia infine per i tempi che avrebbero richiesto un lavoro estivo in modo da avere il testo pubblicato per l’inizio del nuovo anno pastorale.
A fine giugno il vescovo ha presieduto la prima riunione dell’equipe individuata per dare avvio e coordinamento a tutte le fasi dell’operazione: Barbara Tomat cui, come coordinatrice IRC, spettava il compito di coinvolgere gli insegnanti, don Fabio La Gioia e suor Rosangela Lamanna, biblisti incaricati della suddivisione dei brani evangelici, delle indicazioni e della verifica dal punto di vista esegetico, Gabriella Burba, responsabile della pastorale scolastica, per il raccordo e la revisione del testo nel suo complesso, don Nicola Ban, incaricato della Pastorale Giovanile Diocesana, con compiti di coordinamento organizzativo.
Come traccia di riflessione sul Vangelo di Matteo da distribuire in copia agli insegnanti di religione che avessero aderito alla proposta, è stato scelto il commento di Rosalba Manes che, insieme ad altre tre bibliste donne, ha pubblicato per l’editrice Ancora la prima traduzione con commento ai Vangeli “al femminile”, accolta da papa Francesco con queste parole: “I Vangeli tradotti da quattro bibliste! Questa è una cosa importante. Le donne hanno un modo particolare di leggere la Scrittura. Un talento naturale dato da Dio.”
Non a caso, Rosalba Manes, consacrata Ordo Virginum e docente presso la Pontificia Università Gregoriana, ha recentemente condotto il primo incontro di formazione per i Consigli Pastorali Parrocchiali sul tema del discernimento a partire dal Vangelo di Matteo e l’incontro con amministratori e rappresentanti delle istituzioni su “Scegliere il giusto: responsabilità e Vangelo”.
In luglio, dopo i contatti avviati da Barbara Tomat, ha avuto luogo la riunione dell’equipe con gli insegnanti di religione disponibili ad affrontare il compito proposto, circa una quarantina, cui sono state date le indicazioni di lavoro, proponendo la scelta fra i 67 brani in cui erano stati suddivisi i 28 capitoli del Vangelo di Matteo. Alcuni hanno lavorato individualmente, altri in piccoli gruppi, comunque sottoponendo i loro commenti prima a colleghi impegnati su altre parti del testo, in un lavoro di peer review, poi alla revisione di don Fabio. Il percorso è stato lungo e impegnativo, producendo già una prima realizzazione dell’obiettivo: la lettura e la riflessione, sia personale che condivisa, del Vangelo da parte del numeroso gruppo coinvolto, alla luce della “duplice domanda su chi è il cristiano e la comunità nella vita di tutti i giorni” come scrive don Fabio nella sua introduzione.
Ora, dopo l’altrettanto lunga e impegnativa opera di riordino dei vari brani e di revisione complessiva del testo risultante, per darvi coerenza logica e stilistica, il volume, con la prefazione del vescovo e l’introduzione esegetica di don Fabio, viene offerto alla comunità cristiana per indurre, come auspica il vescovo, alla “lettura quotidiana del Vangelo, usando il semplice metodo della ’lectio’, domandandosi cioè per ogni brano: chi fa o dice qualcosa? che cosa dice e che cosa fa? per arrivare a chiedersi, sempre riferendosi al brano oggetto di lettura: chi è Gesù? chi è il discepolo? chi è il cristiano? chi sono io?”
L’obiettivo non è certamente quello di proporre un altro commento esegetico al Vangelo di Matteo (per cui ci sono già molti testi specialistici), ma di offrire, sempre secondo le parole del vescovo “lo spunto per percorrere lo stesso itinerario di scoperta e di appropriazione della Parola di Gesù” effettuato dal gruppo di lavoro.
Il titolo “Una comunità in ascolto di Matteo” indica chiaramente il fine di questa pubblicazione: il sogno che almeno tutti i “cristiani della domenica”, e non solo gli operatori pastorali, sentano la necessità di approfondire, con un discernimento personale e comunitario, la Parola di Dio e, in particolare, i Vangeli, testi solo apparentemente molto conosciuti, ma spesso non compresi nella loro complessità e distanza culturale e linguistica rispetto agli attuali paradigmi, soggetti perciò anche a distorsioni interpretative.
Nei secoli innumerevoli persone, credenti e non credenti, studiosi e comuni lettori, si sono affaticati a scoprire il senso delle Scritture, in un percorso di comprensione inevitabilmente condizionato dai contesti culturali. Scriveva Paolo De Benedetti: “Noi siamo l’ultima delle fonti di senso che abbiamo citato (il canone, la Scrittura, la comunità in movimento, la persona), siamo questo qualcosa in più. Ma, in quanto portatori del settantunesimo senso (70 erano tutti i popoli del mondo secondo la concezione ebraica, 71 vuol dire tutti più qualcosa), non possiamo stare a bocca aperta, aspettando che vi piova dentro… Dio non fa nulla perché il settantunesimo senso ci venga incontro da solo: la sua gioia nasce dal nostro affaticarci.”
L’invito è quindi ad affrontare questo cammino di lettura, comprensione, riflessione, adesione di vita con la consapevolezza umile che si tratta di un percorso di ricerca inesauribile e che nessuno di noi potrà comprendere nella sua interezza il mistero sempre trascendente rispetto alle parole che lo evocano.
Come afferma il teologo Bruno Forte: “Ameremo la Parola, l’ascolteremo veramente quando l’avremo trascesa per camminare verso le profondità del Silenzio. Questo ci hanno insegnato a fare i nostri padri nella fede: la ’lectio divina’, la ’ruminatio Verbi’ non sono che vie per imparare ad ascoltare nella Parola il Silenzio da cui essa proviene, l’abisso che essa dischiude.”
Il ringraziamento va alle tante persone che hanno collaborato a quest’impresa collettiva, nel segno della gratuità e della passione, e ai cristiani e cercatori di verità cui è destinata: siamo certi che, nonostante i recenti dati del CENSIS per cui “Circa l’80% degli italiani non ha dimestichezza col Vangelo”, il testo edito da Voce Isontina interesserà più dei 25 lettori di manzoniana memoria.
Gabriella Burba