“Sei tu colui che deve venire?”

Wednesday 7 December 2016

Mt 11, 2-11

Il capitolo va interpretato come insegnamento di Gesù che cerca di far scoprire e comprendere il ruolo del Messia. Inizia con l’inchiesta del prigioniero Giovanni, tutt’altro che convinto dell’identità del Messia, di cui attende e prepara la venuta. Dopo le risposte di Gesù ai discepoli di Giovanni sui segni compiuti a rivelazione della sua identità, segue l’elogio del Battista delineandone la figura e il ministero. Il brano in questione evidenzia il ruolo fondamentale dell’umiltà cui Gesù attribuisce grande importanza; infatti valutandolo come «il più grande tra i nati di donna», asserisce allo stesso tempo, secondo la prospettiva divina, come «il più piccolo nel regno dei cieli sia più grande di lui»: la stessa umiltà è dimostrata da Giovanni battezzando Gesù e da Gesù stesso che si lascia battezzare. Il criterio utilizzato da Gesù per valutare gli uomini non è di carattere sociale, culturale o fisico, ma è strettamente connesso alla volontà di comunicare con Dio, manifestando il proprio amore verso Dioe il prossimo. Alla violenza delle autorità religiose e politiche nei confronti di Gesù e Giovanni, Gesù contrappone il regno dei cieli come la massima manifestazione dell’amore di Dio nei confronti dell’uomo. Gesù, al termine della pericope, lancia addirittura una provocazione agli uditori definendoli incapaci di discernimento, incapaci cioé di capire il vero significato del suo operato e di quello di Giovanni. L’evangelista infatti menziona le città indifferenti all’annuncio di salvezza, dove Gesù aveva compiuto più miracoli, senza esiti di conversione. Di conseguenza, proprio tali città erano destinate a subire il giudizio più severo.

da Una comunità in ascolto di Matteo