Non preoccupatevi del domani

Wednesday 22 February 2017

Mt 6, 24-34

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

Dopo aver presentato la preghiera, l’elemosina e il digiuno come  espressioni di un autentico rapporto filiale con Dio, Gesù invita i discepoli a  prendere le distanze dai bisogni che spesso assorbono tutte le migliori energie umane e riducono la vita alla pura sfera materiale, per affidarsi alla provvidenza di Dio. Come cristiani, quanto ci affidiamo a Dio e quanto ai soli beni materiali?
Per Gesù la persona è più importante di ogni bene materiale e vale più di ogni altra creatura. Per poter vivere con serenità, Gesù invita i suoi discepoli a non accumulare tesori terreni, ma a dare la priorità alla ricerca dell’essenziale (vedi il Padre Nostro) che è racchiuso nel regno di Dio e nella sua giustizia. Gesù ci fa cogliere che i beni terreni sono provvisori e possono portare all’ossessione del possedere, tipica di una mentalità materiale e consumistica.
Che relazione abbiamo con i beni materiali? Quale spazio occupano nella nostra vita? Di che  cosa ci preoccupiamo? Qual è il nostro tesoro? Gesù ci spinge a vedere la realtà con gli  occhi semplici e innocenti dei bambini che sanno cogliere i valori fondamentali della vita e ciò che conta davvero.
Davanti alla ricerca frenetica dell’accumulare tesori materiali, Gesù sfida, con ottimismo evangelico, la precarietà della vita, invitando i suoi discepoli ad aver fiducia nella Provvidenza divina, senza crearsi inutili ansie e preoccupazioni sul futuro. Riusciamo a cogliere la presenza paterna di Dio nei nostri bisogni? Ci lasciamo guidare dall’amore provvidente di Dio Padre oppure siamo presi solo dalle nostre preoccupazioni quotidiane? Siamo liberi come gli uccelli del cielo e i gigli dei campi?
Signore e per i fratelli.

(da “Una comunità in ascolto di Matteo” – a cura degli Insegnanti di religione cattolica della diocesi)