Il sale e la luce: l’identikit del credente

Wednesday 1 February 2017

Mt 5, 13-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Dopo le beatitudini, Gesù prosegue il suo discorso, mostrando in che modo il credente è chiamato a testimoniare il Vangelo nella sua vita.
In questo testo vengono utilizzate due immagini, profondamente legate al simbolismo biblico: il sale e la luce. Nell’antichità, il sale serviva sia a conservare i cibi che a renderli saporiti, con una funzione vitale che nella tradizione biblica è spesso assimilata alla Torah. Analogamente, anche la luce è fondamentale per la vita, tanto è vero che nell’Antico Testamento viene associata alla Sapienza di Dio, che illumina il senso dell’esistenza umana. Queste immagini sono utilizzate da Gesù per mostrare ai discepoli di ogni epoca in che modo devono testimoniare il vangelo, affinché diventi un insegnamento significativo a livello esistenziale. Nello stesso tempo, ci ricordano che il cristiano è sempre al servizio della Buona Notizia, perciò deve evitare qualunque smania di protagonismo e chiusura verso gli altri. Infatti, il sale non si mangia mai da solo, ma si fonde letteralmente nei cibi nei quali viene utilizzato, mentre la luce serve a illuminare il mondo, mostrandone il lato migliore.
Come si vede, questa pericope è molto attuale, in una società come la nostra, in cui il vangelo sembra essere messo in secondo piano. Come credenti, dobbiamo chiederci se sappiamo rendere comprensibile e attraente il messaggio di Gesù, aprendoci agli altri e al loro linguaggio, oppure se tendiamo a rinchiuderci nelle nostre certezze, evitando un confronto talvolta difficile, che potrebbe metterci in crisi. Essere sale della terra e luce del mondo significa, invece, mettersi continuamente in discussione per portare il vangelo a tutti, illuminando così il senso della vita umana.

(da “Una comunità in ascolto di Matteo” – a cura degli Insegnanti di religione cattolica della diocesi)