Monfalcone ha ospitato il secondo degli incontri sull’accompagnamento alla vita promossi dalla Pastorale della salute
Parlare di salute oggi non vuol dire riferirsi solo ad alcuni aspetti strettamente legati ad un particolare ambito della ricerca e della scienza. Difatti le sfide che provengono dal “mondo della salute”, coinvolgono in una certa misura anche fede e speranza, in quanto viene richiesta l’attenzione di molti cristiani che con titoli riconosciuti operano nella sanità. La loro testimonianza si dimostra arricchita dalla prossimità e dalle capacità, che vengono messe al servizio di tutti.
Si tratta – in un certo senso – di “ministri della vita” che si avvalgono di un profilo scientifico e professionale di cui si parla nella “Nuova Carta degli Operatori Sanitari”, il cui testo è stato rivisto ed aggiornato dal punto di vista contenutistico anche attraverso una specifica rivisitazione delle note teologiche che la compongono.
Un documento – quello rivisto dal Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari – che risulta moderno, ampio ma anche complesso, in quanto esso si propone come uno strumento di guida efficace a fronte del contesto umano che viviamo oggi. Non sono tralasciate le questioni etiche, religiose, di coscienza in un pluralismo culturale che cerca di far fronte a questioni esistenziali, strettamente riferite al senso del nascere, del vivere e del morire.
Proprio su questi tre temi, anche nella nostra diocesi, si intende ragionare e fare approfondimento.
Il ciclo di incontri formativi sull’accompagnamento della vita che ha avuto inizio nella scorsa primavera con una conferenza a San Rocco di Gorizia, è proseguito infatti con un incontro – il primo – dedicato al tema iniziale sul quale si ragione nella Carta: il generare.
Ad aprire la serata ospitata al Santuario della Marcelliana, sono stati due sacerdoti diocesani: don Mirko Franetovich, Direttore della Pastorale della Salute e il professor don Franco Gismano, docente di Teologia Morale, introdotti e moderati da chi vi scrive. A don Gismano è stato affidato il compito di relazionare sul tema in questione, al quale nella chiara esposizione, è stato dato un taglio antropologico, alternato con dei puntuali riferimenti biblici.
Si è partiti definendo la “Generazione” intesa come momento fondamentale, intenso ma anche imperdibile, in quanto “generare” non vuol dire solamente procreare. Esso vuol dire presenza spirituale in una realtà culturale. Facendo riferimento alla tradizione biblica, don Gismano ha affermato che il mistero di Dio, è in rapporto con il fenomeno della generazione. Dio infatti è ciò che transita da padre – madre e figlio. Allora come si rivela questo mistero? Lo si può comprendere anche tra due generazioni, prendendo in considerazione anche i nonni. “Se ci pensiamo, il Dio di Abramo, è il Dio rilevatosi ad Isacco e Giacobbe” così don Gismano. Senza dubbio allora si può affermare che la vita umana è donata di padre in figlio. Quel figlio ricercato e voluto che genera la fede nei genitori. La genera attraverso le sue domande, perchè il figlio “provoca”; chiede cosa sta prima della propria esistenza; chiede di ricercare. Interessanti sono anche le ragioni di fede che spingono una coppia a fare un figlio. Certamente una beneaugurante risposta potrebbe risultare: perché si crede nell’importanza di dare una possibilità. Anche se oggi per sfiducia, per scelta o per problemi di salute non si fanno figli, si tenga presente che generare vuol dire dare senso. La vita ha senso in quanto la generazione è una promessa che vale la pena di mantenere.
Generare è anche narrare, raccontare per dare una prospettiva alla vita. Leggendo poi il commento ebraico dell’Antico Testamento sui doveri dei genitori per formare e responsabilizzare il figlio, il relatore ha permesso ai presenti di valutare che la promessa della vita è Fede. Si pensi infatti alla professione di fede contenuta nel Deuteronomio, il quinto libro della Torah ebraica dove emerge che la nascita non è solo un fatto educativo ma qualcosa che ci porta oltre. Infine si può sostenere che questo primo tema affrontato nella nuova edizione del volume edito dalla Libreria Editrice Vaticana, seppur con un linguaggio complesso, faccia riferimento al valore umano e religioso assunto dal “generare”.
Un dono impregnato di dignità e che insegna ad avere cura per “servire” la Vita.
Salvatore Ferrara
(ha collaborato Riccardo Rossit)