Essere uomini e donne di speranza

Tuesday 21 November 2023

Martedì 21 novembre 2023 l’arcivescovo Carlo ha presieduto nella chiesa di S.Ignazio la celebrazione della Virgo Fidelis. Pubblichiamo di seguito la sua omelia.

Il Vangelo di oggi ci presenta un episodio in apparenza non tra i più importanti, qualcosa di molto umano: una donna, una mamma che vuole incontrare il figlio, unitamente ai suoi familiari (sappiamo che per la cultura del tempo “fratelli” indica una schiera ampia di persone appartenenti a una famiglia patriarcale).Un figlio ormai famoso, circondato, anzi a volte persino assediato dalla folla, che cerca la sua parola, ma soprattutto i suoi gesti miracolosi (i Vangeli dicono che a volte Gesù non aveva neppure tempo di mangiare o che doveva stare su una barca a pochi metri dalla riva per poter parlare e non essere schiacciato dalla folla).

Perché Maria con i suoi vuole incontrare Gesù? Il Vangelo di Matteo, che abbiamo appena letto, non lo spiega. Ci raccontainvece il motivo un altro evangelista, Marco, di solito più esplicito degli altri Vangeli, che narrando lo stesso episodio lo fa precedere da un’annotazione che lascia stupiti. Scrive nel cap. 3: «Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”» (Mc 3, 20-21). Impressionante. La Madonna pare costretta dai suoi parenti di andare a cercare Gesù per portarselo a casa: è matto, è meglio rinchiuderlo in casa per non compromettere il buon nome della famiglia… (nel Vangelo di Luca c’è un altro che prende per matto Gesù, lo insulta, lo prende in giro: Erode, che deluso dal momento che Gesù sceglie di tacere davanti alle sue insistenti domande, lo rimanda considerandolo pazzo, da Pilato).

Il Vangelo di Matteo tace la circostanza riportata da Marco. In ogni caso Gesù non fa entrare i suoi, non interrompe la sua attività di predicazione e coglie l’occasione per precisare che lui considera fratello, sorella e madre chi fa la volontà del Padre suo che è nei cieli. Naturalmente la Chiesa ha sempre letto questa risposta di Gesù come un elogio indiretto a Maria. In effetti la prima che ha detto totalmente sì a Dio, vera vergine fedele divenuta madre, è stata proprio Lei, che all’angelo nell’annunciazione ha affidato la sua risposta: «Ecco, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola».

Tutti coloro che fanno la volontà di Dio sono però per Gesù fratelli e sorelle. Perché? Ho detto che fanno la volontà di Dio, ma Gesù più precisamente dice la volontà del Padre. Chi compie la volontà del Padre diventa figlio come Gesù è Figlio e quindi suo fratello o sorella. E chi è figlio o figlia del Padre vive anche una vera fraternità con gli altri uomini e donne.

Ma forse è giusto che ci domandiamo che cosa sia la volontà di Dio. Talvolta viene intesa come qualcosa di misterioso e di ineluttabile, come se fosse un destino oscuro. Soprattutto nel passato, ma qualche volta anche oggi, tutto quello che accadeva, anche o forse soprattutto di brutto, era attribuito a Dio. Ho una malattia? Purtroppo è la volontà di Dio e devo rassegnarmi… C’è un terremoto: è la volontà di Dio, che cosa possiamo farci? C’è una guerra: è Dio che la permette

Oggi è più facile un atteggiamento diverso: chiedere a Dio di giustificarsi per le cose che vanno storte nel mondo. Perché Dio permette che i bambini si ammalino e muoiano? Perché non interviene a bloccare la mano ai terroristi o a chi spara missili? Perché non paralizza uno che sta per uccidere una persona? Perché permette inondazioni e alluvioni? Perché, perché, perché… Sembriamo come i bambini di 3-4 anni che continuano a domandare al papà o alla mamma il perché delle cose e spesso non ti lasciano finire di rispondere incalzandoti con i perché. Sono domande serie, quelle che ho ricordato, non da bambini… con cui tutti, credenti o no, ci si deve confrontare, soprattutto quando qualche situazione dolorosa e difficile ci tocca da vicino. E le risposte sono più difficili delle domande.  

A essere onesti, però, dovremmo rivolgere a Dio anche altre domande. Chiedergli come mai, nonostante tutto, c’è gente che fa il proprio dovere fino al punto anche di dare la vita? Come mai il mondo c’è ancora e Lui non si è ancora stancato di noi? Perché ogni giorno nasce e tramonta il sole? Perché nascono ancora bambini? Perché tutti abbiamo dentro un desiderio di pienezza, di serenità, di pace? Perché c’è ancora tanta gente buona, che si commuove, che si dà da fare, che aiuta gli altri? Perché ci sono ancora uomini e donne che pregano?

Capitemi bene, non voglio fare l’avvocato difensore di Dio, ma, se permettete, l’interrogatorio deve essere completo e non riguardare solo il male… Il male c’è ed è grande e il più – diciamolo con franchezza – viene da noi uomini. Se il Figlio di Dio diventato uomo è finito sulla croce, ci sarà stato pure un motivo. Ma c’è anche il bene e c’è persino nelle situazioni meno adatte al bene: ci sono gesti di perdono anche quando ci si aspetterebbe gesti di vendetta, ci sono azioni di solidarietà anche quando sarebbero comprensive chiusure nei propri guai, ci sono fedeltà anche quando non ci sono né ringraziamenti, né elogi.

Non so se sia giusto fare l’avvocato difensore di Dio, ma, nonostante tutto, dobbiamo fare l’avvocato difensore dell’umanità. Penso che Dio ce lo chieda, perché il nostro primo difensore è proprio Gesù e con Lui, Maria, che nella Salve regina chiamiamo “avvocata nostra”. E forse Dio chiede questa difesa dell’umanità o, se volete, questo impegno di portare speranza, soprattutto a chi ha, come voi, delicate responsabilità pubbliche verso la società. Può sembrare strano che questo venga chiesto a chi ha compiti di ordine pubblico e di difesa. Ma, domando, è possibili svolgerli bene se non si ha una visione positiva delle cose? Si può difendere un ordine pubblico e una società se non è o almeno tenta di essere un ordine di pace, di giustizia, di concordia e una società di accoglienza, di rispetto, di operosità e di solidarietà? Ritengo che non lo si possa fare solo per uno stipendio, anche ammesso che fosse molto alto… Occorre una motivazione ideale, non ingenua, certo, ma reale.

Dicevo che non voglio fare l’avvocato difensore di Dio e neppure vorrei presentarmi come interprete della sua volontà. Ma penso di non sbagliare nel ritenere che la volontà di Dio che vi viene chiesta soprattutto oggi, sia quella di essere donne e uomini di speranza e che portano speranza, uomini e donne che credono che il male va combattuto e può essere combattuto solo perché c’è il bene, donne e uomini che con semplicità vogliono dare il loro piccolo o grande contributo per il bene comune della nostra società.

Auguri e buona festa. La virgo fidelis vi protegga e vi conceda di portare speranz

 

+ vescovo Carlo