È Dio dei vivi, non dei morti

Thursday 3 November 2016

Lc 20,27-38

Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

A Gerusalemme si accentua il confronto tra Gesù e i suoi avversari.
Questi gli propongono tre questioni per metterlo in difficoltà: la sua autorità, la liceità del tributo a Cesare, la risurrezione.
Gesù a sua volta controbatte con la domanda circa l’origine del battesimo di Giovanni, la parabola dei contadini che uccidono l’erede, la domanda sul Cristo figlio di Davide.
Il risultato è l’inasprirsi dell’opposizione a Gesù.

† vescovo Carlo