“Dio è giovane, Maria è giovane” – “Bog je mlad, Marjia je mlada”

Monday 28 May 2018

Si è svolto come tradizione domenica 27 maggio l’incontro-pellegrinaggio delle diocesi di Gorizia e Koper-Capodistria al Santuario mariano di Monte Santo – Sveta Gora. Pubblichiamo l’omelia pronunciata per l’occasione dall’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli (foto Sergio Marini).

 

Quando da bambino andavo a catechismo mi avevano insegnato due cose circa Dio. Anzitutto la sua definizione: “Dio è l’essere perfettissimo creatore del cielo e della terra”. E poi che è Trinità, una sola natura in tre persone. L’immagine usata per spiegare la Trinità – me la ricordo bene – era il triangolo, qualcosa che più che farmi pensare a Dio mi faceva andare con la mente alle lezioni di geometria. Diventato più grande, in liceo, mi era stato detto, nelle lezioni di filosofia, che Dio è il motore immobile che tutto muove senza muoversi o anche che era l’essere infinito contrapposto al nulla. Tutti concetti e immagini che mi davano un’idea di Dio non certo entusiasmante, molto statica, molto lontana: non certamente un Dio giovane…

Solo in teologia, alla luce della Parola di Dio, avevo capito o, per lo meno, intuito che Dio è Padre, Figlio e Spirito: il Padre che genera e ama il Figlio, il Figlio che è generato e ama il Padre, lo Spirito che è l’amore tra il Padre e il Figlio. Un Dio Trinità relazione di amore. Un amore non fermo ma dinamico, perché l’amore è vita, è movimento, è tensione, è continua novità. Ecco finalmente un Dio giovane e vicino ai giovani.

Perché i giovani si muovono, amano, sperano. Nel libro che papa Francesco ha voluto intitolare “Dio è giovane”, alla domanda: “Che cosa vede quando pensa a un giovane?” ha infatti risposto così: “Vedo un ragazzo o una ragazza che cerca la propria strada, che vuole volare con i piedi, che si affaccia sul mondo e guarda l’orizzonte con occhi colmi di speranza, pieni di futuro e anche di illusioni. Il giovane va con due piedi come gli adulti, ma a differenza degli adulti che li tengono paralleli, ne ha sempre uno davanti all’altro, pronto per partire, per scattare. Sempre lanciato in avanti. Parlare dei giovani significa parlare di promesse, e significa parlare di gioia. Hanno tanta forza i giovani, sono capaci di guardare con speranza” .

I giovani sono quindi caratterizzati dall’apertura al futuro, dalla speranza, dal movimento. L’importante è che siano guidati non da una generica speranza o da sogni illusori; come pure è decisivo che non si muovano a caso o si mettano su strade pericolose. Fondamentale è che siano mossi nella vita dall’amore, l’amore vero che viene da Dio.

Ciò è possibile perché siamo figli di Dio. Lo ricorda san Paolo nella seconda lettura di oggi. Abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio: per questo siamo figli, possiamo farci guidare dallo Spirito che è amore e siamo in comunione con la Trinità. Per questo ciò che Gesù afferma nel Vangelo, il suo comando di battezzare tutti i popoli “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” non riguarda una formuletta da usare in un rito e neppure può essere inteso come una generica benedizione. No, il Battesimo “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” ci fa entrare nel mistero stesso della Trinità, ci rende giovani della perenne giovinezza di Dio. Questo vale anche per noi adulti se entriamo nella dinamica dell’amore di Dio, se non rinunciamo ad amare, se ci lasciamo continuamente rinnovare dallo Spirito.

Maria è giovane non solo perché da giovanissima è stata chiamata a diventare la Madre del Figlio di Dio, ma anche perché si è sempre lasciata guidare dall’amore di Dio: un amore che l’ha condotta da Elisabetta, a Betlemme, a Nazaret, a Gerusalemme, alla croce e al cenacolo.

Siamo chiamati a riferirci a Lei, a pregare Lei e con Lei. Sempre nel libro citato, papa Francesco risponde così a una domanda decisiva non solo per i giovani ma anche per gli adulti: “Come si trova la speranza?”. “Ai giovani cristiani direi: cercando Gesù, sapendo che ci ascolta, sapendo che tutto ha un senso ai suoi occhi. Chiediamo a Lui la speranza e facciamolo con il rosario in mano, da umili servitori del bene. A volte mi capita di sentire giovani cattolici che pensano di avere troppi impegni per riuscire a pregare e a parlare con la Madonna e con Gesù; a loro dico di trovare quindici minuti per parlare con il cuore. Se si parla con il cuore alla Madonna si viene sempre ascoltati”.

Oggi siamo qui, italiani e sloveni, provenienti dalle due diocesi sorelle, per parlare con il cuore a Maria, Regina di Monte Santo. Parlarle per chiederle per i nostri giovani la forza dell’amore e la convinzione che la sorgente dell’amore e della speranza è Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. Parlarle per domandare per noi adulti di non bloccarci nelle nostre convinzioni, nelle nostre abitudini, nelle nostre paure, ma di aprirci anche noi alla speranza e all’amore. Così sia.

 + vescovo Carlo

 

Ko sem v otroški dobi obiskoval verouk, so me učili, da je Bog najvišje bitje in da ima Sveta Trojica eno naravo v treh osebah. To me je prej spominjalo na geometrijo kakor na vero. Kasneje sem na liceju, med filozofijo spoznal, da je Bog prvi motor in neskončnost nasproti končnosti. Samo v bogoslovju sem končno ugotovil, da je Sveta Trojica odnos ljubezni.

Zakaj se mladi premikajo, se ljubijo, upajo? V papeževi knjigi “Bog je mlad” sam odgovarja: „Vidim fanta in dekle, ki iščeta svojo pot, ki želita odleteti iz gnezda, ki zreta v svet in njegovo obzorje z očmi polnimi upanja in obetov a tudi utvar. Mladi korakajo z obema nogama. Vendar za razliko od odraslih, ki trdno stojijo na tleh imajo vedno eno nogo pred seboj pripravljeno na odhod. Ves čas so v gibanju. Govoriti o mladih pomeni govoriti o obljubah in veselju. Mladi imajo veliko moč in upanje v očeh.“

Mladi so torej v stalnem gibanju. Pomembno je le, da jih ne vodi neurejeno upanje ali lažne sanje. Potrebno je, da jih vodi ljubezen, ki prihaja od Boga. Sveti Pavel nas danes spominja, da je to mogoče, ker smo Božji otroci. Duh, ki je ljubezen nas vodi in smo v občestvu Svete Trojice. Jezus v evangeliju pravi: naj krstimo v imenu Očeta in Sina in Svetega Duha, ne v obliki liturgičnega obreda, ampak kot vstop v skrivnost Svete Trojice, ki je večna mladost. To velja tudi za odrasle, če vstopimo v dinamiko Božje ljubezni.

Marija je mlada, ne samo zato, ker je postala mlada mati, pač pa je dovolila, da jo vodi Božja ljubezen. Ta ljubezen jo je vodila do Elizabete, Betlehema, Nazareta, Jeruzalema, križa in dvorane zadnje večerje. Povabljeni smo, da se oziramo nanjo, da molimo k njej, da molimo z njo.

Na bistveno vprašanje, kako najdemo upanje, papež odgovarja: „Mladim kristjanom bi rekel: Iščite Jezusa v zaveti, da vas posluša in da ima v njegovih očeh vse svoj pomen. Prosite ga za zaupanje z rožnim vencem v roki in kot ponižni služabniki dobrega. Nekateri mladi katoličani se izgovarjajo, da nimajo časa za molitev, za pogovor z Marijo in Jezusom. Takim rečem, naj si vsak dan vzamejo petnajst minut za iskren pogovor z njima. Če Božjo Mater nagovorimo s srcem nas vedno usliši.“

Danes smo tukaj Italijani in Slovenci iz dveh sestrskih škofij, da bi s srcem govorili Mariji, Svetogorski Kraljici. Govorili, da bi jo prosili za našo mladino, za njihovo moč ljubezni, za njihovo prepričanje, da je vir ljubezni in upanja vedno Bog, Oče, Sin in sveti Duh. Govoriti in jo prositi za nas odrasle, da se ne bi zapirali v lastna prepričanja, lastne navade, lastne strahove ampak, da bi se odpirali upanju in ljubezni. Amen.