Dal 22 al 26 ottobre, l’arcivescovo Carlo ha guidato il pellegrinaggio diocesano al Santuario di Fatima in occasione del 100° anniversario delle apparizioni mariane. Pubblichiamo di seguito l’omelia pronunciata mercoledì 25 nella Cappella delle Apparizioni.
Il ricordo dei Santi bambini, Giacinta e Francesco, cui è apparsa la Madonna qui dove stiamo celebrando, e il Vangelo che abbiamo appena ascoltato in cui il Signore Gesù afferma che occorre diventare come bambini per entrare nel Regno dei Cieli, ci spingono a domandarci a come fare per essere come bambini.
Si tratta di una domanda da adulti: i bambini sanno bene come si è bambini… Noi invece dobbiamo riflettere su questo e cercare di imparare. Vi suggerisco di farlo riferendoci a tre caratteristiche tipiche dei bambini: l’evidenza, la spontaneità, la libertà.
Anzitutto l’evidenza o, meglio, la capacità di vedere ciò che è evidente. Per un bambino un papà e un papà, una mamma è una mamma, il pane è il pane, un amico è un amico… Loro non sono complicati come noi, che rischiamo di non vedere ciò che è evidente, coprendolo con le nostre costruzioni e le nostre distorsioni.
Un bambino poi è spontaneo: agisce immediatamente, senza pensarci, lasciandosi guidare dalle emozioni. Certo, i bambini sono spontanei anche nei capricci e in questo non dobbiamo imitarli. Ma sono spontanei nella generosità, nel voler bene, nell’essere subito amici.
Una terza caratteristica, connessa alla spontaneità, è la libertà. I bambini sono liberi, non si fanno condizionare o bloccare. Capita a volte a noi preti, che mentre stai predicando, un bambino con grande naturalezza si metta in mezzo alla chiesa e venga verso l’altare, libero dai giudizi e dagli sguardi degli adulti.
Dobbiamo diventare come bambini per entrare nel Regno. Come raggiungere l’evidenza, la spontaneità, la libertà? Un modo per reimparare a vedere ciò che è evidente, per togliersi gli occhiali scuri o dalle lenti deformate che non ci permettono di vedere la realtà, è riferirsi alla Parola di Dio. E’ la Parola che ci rivela ciò che è evidente, che smaschera le nostre costruzioni, purifica i nostri occhi. E soprattutto ci dà lo sguardo di Dio, lo sguardo di Gesù. Gesù vede tutto con evidenza da un punto di vista privilegiato, cioè guardando dall’alto della croce con occhi di misericordia. Occorre chiedere di avere i suoi occhi per vedere ciò che è evidente per Dio.
La spontaneità è una seconda caratteristica dei bambini. Per raggiungerla noi adulti dobbiamo domandare al Signore di agire secondo il cuore, secondo i sentimenti. Non i nostri, però, ma i suoi: “Abbiate gli stessi sentimenti di Cristo”. I nostri sentimenti vanno purificati e se nel nostro cuore ci sono i suoi, allora possiamo davvero agire lasciandoci guidare dalla spontaneità. La spontaneità dello Spirito.
Infine la libertà. La spontaneità si può raggiungere con la purificazione dei sentimenti e delle emozioni. La libertà con la purificazione dei pensieri. Quanti pregiudizi ci rendono non liberi, quante precomprensioni inquinano il nostro modo di agire. Vengo da una terra dove esattamente cento anni fa, quando la Madonna appariva qui a Fatima a tre bambini, ci si ammazzava a centinaia di migliaia. Impressiona andare al sacrario di Redipuglia e sapere che ci sono sepolti più di 100.000 soldati, età media 21 anni. Forse è facile fare guerra e sparare a un pregiudizio, a un’etichetta, a un nome: austriaci, ungheresi, tedeschi,… allora da noi, ma quante altre etichette di nemico si danno nel mondo. Più difficile sparare a una persona concreta, a un volto riconosciuto simile al tuo.
Imparare a vedere l’evidenza con gli occhi di Dio. Agire con la spontaneità dei sentimenti di Cristo. Essere liberi da ogni pregiudizio. Sono doni da chiedere per l’intercessione di Maria e dei santi Giacinta e Francesco per diventare bambini e potere anche noi entrare nel Regno.
† Vescovo Carlo