Amate i vostri nemici

Wednesday 15 February 2017

Mt 5, 38-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

In questa pericope, Gesù appare più esplicitamente come il nuovo Mosè, che si mette a confronto con la Legge antica e mostra in che modo è possibile osservarla. Innanzitutto, Egli dichiara che non intende abolire nemmeno la più piccola parte della Torah, ma darle compimento. Inoltre, richiede un’osservanza che non sia solo formalistica, ma che nasca dal cuore. Come i Profeti (ad esempio Geremia o Ezechiele), Gesù richiede un’interiorizzazione della Legge, che porta a un’obbedienza libera e creativa. Dopodiché, Egli propone sei interpretazioni innovative della Torah, delineando il vero senso dei comandamenti. In particolare, Gesù mostra come le nostre relazioni con gli altri debbano essere informate dal criterio dell’amore, destinato a caratterizzare le nostre scelte e le nostre azioni in maniera totalizzante, indipendentemente dal sesso o dalla provenienza etnico-religiosa, riconoscendo la fratellanza che unisce tutti gli esseri umani.
Questo testo è ricco di spunti, che devono spingerci a chiederci se nella nostra vita siamo veramente in grado di accogliere tutti senza pregiudizi, oppure se siamo subito pronti a giudicare, magari in base al colore della pelle o al credo religioso. Ci sono tanti modi di uccidere, sia fisici che morali, mentre Gesù ci chiede di aprirci agli altri, osservando il grande comandamento dell’amore non come una legge imposta dall’alto, ma con quell’obbedienza libera che sgorga dal cuore.

(da “Una comunità in ascolto di Matteo” – a cura degli Insegnanti di religione cattolica della diocesi)