La Forza della Speranza

Festa Ragazzi Caritas 2025: hanno preso parte più di 200 bambini dell’Iniziazione cristiana

È stato ancora una volta un entusiasmante pomeriggio tra preghiera, gioco e divertimento quello proposto da “Ragazzi Caritas” lo scorso sabato 18 gennaio ospitato presso il Ricreatorio “Mons. O. Foschian” della parrocchia di San Giuseppe a Monfalcone.
Promosso dalla Caritas diocesana di Gorizia in collaborazione con l’Ufficio catechistico diocesano, il momento di incontro conclude quello che è il percorso dell’Avvento di Fraternità, che quest’anno ha avuto come tema portante “Nel Natale, la Pace e la Speranza”
Tantissime le adesioni e le presenze effettive di bambini dell’Iniziazione cristiana – i veri protagonisti del pomeriggio -, più di 200, arrivati insieme alle proprie catechiste ma anche numerosi mamme e papà.
Il pomeriggio si è aperto, dopo alcuni canti e balli per “smorzare l’attesa e scaldare gli animi”, con la lettura del Vangelo e con il saluto e l’introduzione da parte del Vicario generale, mons. Armando Zorzin, il quale ha portato ai bambini anche il saluto e la benedizione dell’arcivescovo Carlo.

La carità è sinonimo di amore – ha spiegato il vicario generale – è voler bene a qualcuno, farsene carico. Il Vangelo ci fa conoscere Gesù e il suo stile di vita, ossia amare Dio attraverso il prossimo che vediamo accanto a noi. Una volta i friulani, tra le loro forme di saluto, si dicevano “benedet” e questo è un grande saluto, è augurare la benedizione di Dio, che uno sia benedetto.

Un saluto è stato portato anche dal direttore di Caritas diocesana, diacono Renato Nucera, il quale ha ringraziato i bambini oltre che per la loro preziosa presenza, anche “per esservi ricordati dei bambini meno fortunati di voi. Grazie alle donazioni raccolte nei salvadanai che avete consegnato oggi al vostro arrivo, aiuteremo bambini come voi ad andare a scuola, a studiare e a vivere bene”. Nel corso del pomeriggio sono infatti stati raccolti i tradizionali salvadanai che ogni bambino dell’Iniziazione cristiana ha riempito durante il periodo di Avvento; quanto raccolto verrà successivamente devoluto da Caritas diocesana ad iniziative in sostegno di altri bambini che vivono situazioni di criticità e/o povertà.

Come detto anche da monsignor Armando, carità significa amore, inteso come “voler bene” e in questo voler bene l’altro diventa più importante di me stesso – ha aggiunto il diacono Renato -. Carità non vuol dire “dare qualcosa” ma essere persone che sanno amare, come testimoni del Vangelo e di quel Gesù in cui crediamo.

L’incontro è così passato al suo “cuore”: grazie alla rappresentazione della compagnia teatrale “Amici di Alice” i bambini presenti sono stati coinvolti nel racconto animato delle “Tre Sorelle”: “C’erano una volta, e ci sono ancora, tre sorelle – l’inizio della storia -; la prima stava sempre in chiesa a pregare, per tutti. La seconda era sempre in movimento, aiutava gli altri, instancabile. La più piccola si chiamava Speranza. A volte si fermava con Fede a pregare, altre volte aiutava Carità nel suo giro ma spesso era triste e, di nascosto, piangeva: non aveva un ruolo preciso e credeva di non poter amare come loro. Finché un giorno, davanti al portone della chiesa, trovarono un uomo che piangeva disperato, stremato dalla fatica, dalla fame e dalla solitudine. Accolto dalle sorelle, l’uomo cade in un sonno profondo e sogna. Sogna di salire, insieme a tante altre persone, un ripido monte, attratti da una forte luce.
Ai piedi del monte c’era Fede, che indicava la cima ad alcune persone assorte in preghiera: chiedevano la forza per salire. Alcuni erano a terra, ormai esausti, incapaci di proseguire il cammino e Carità era accanto a loro, per curare le loro membra stanche.
Sul sentiero adesso c’era solo un vecchio barcollante, incapace di stare in piedi; accanto a lui una bambina che cercava di sorreggerlo, di aiutarlo ma piangeva perché il peso era troppo grande per lei. L’uomo vide il suo sforzo sovrumano e provò ammirazione per quella bimba così testarda.
Istintivamente si alzò e corse ad aiutarla.
Quando raggiunsero la cima, il vecchio si voltò verso di lui, come per ringraziarlo: aveva il suo stesso volto, consumato dagli anni e dalla disperazione.
Comprese subito il messaggio: quel peso immane erano la sua vita senza senso e i suoi peccati. Al mattino Speranza svegliò l’uomo col suo dolce sorriso. Lui la riconobbe subito e la prese per mano. Anche lei aveva fatto quel sogno e ora non si sentiva più inutile: aveva capito il suo compito; le sue sorelle indicano la meta, aiutando chi si perde per strada, ma solo lei può salire”.
Successivamente, grazie anche alla disponibilità del Gruppo Animatori della parrocchia ospitante e degli scout del Monfalcone 3, i bambini sono stati suddivisi in piccoli gruppetti e coinvolti nei grandi giochi che hanno animato il resto del pomeriggio, studiati e organizzati per andare a “scalare il monte” insieme a quella sorella tra le tre, Speranza, che ci accompagnerà anche lungo tutto il 2025, anno giubilare proprio ad essa dedicato.
Al termine dei giochi i bambini sono stati nuovamente radunati tutti insieme per la benedizione e per un momento conclusivo di raccoglimento e riflessione su quella Speranza che, ormai, è diventata per loro un’amica sincera.
Prima di salutarsi e rientrare a casa infine, tutti i partecipanti hanno vissuto insieme un momento conviviale gustando una buona merenda offerta dagli organizzatori.

È per noi sempre bellissimo vedere così tanta partecipazione all’appuntamento “Ragazzi Caritas” – le parole del diacono Nucera – e così tanta sensibilità agli argomenti che, di anno in anno, proponiamo ai bambini dell’Iniziazione cristiana lungo il percorso di Avvento di Fraternità.
Ringrazio di cuore loro per essere stati qui con noi oggi, le loro famiglie e i loro catechisti, così come la parrocchia di San Giuseppe per l’ospitalità, il Gruppo Animatori, il Monfalcone 3 e gli “Amici di Alice” per la loro disponibilità. L’augurio è che tutti rientrino da questo pomeriggio cogliendo, come detto anche dal nostro arcivescovo Carlo nella sua Omelia della notte di Natale, l’invito ad ’avere una speranza grande, perché Dio che si fa uomo ci dice che la nostra vita ha un senso, che veniamo da un Amore che ci ha creati, che ci salva e perdona, che ci vuole per sempre felici con Lui e che per tutta l’umanità c’è luce, speranza, gioia.

Selina Trevisan
(Articolo pubblicato su Voce Isontina del 25 gennaio 2025)

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