La prima parte della Giornata Mondiale della Gioventù per i giovani della nostra diocesi si è svolta in Messico, a Texcoco, nell’area della grande metropoli di Città del Messico, dove svolge la sua attività la comunità Missionaria di Villaregia e dove lavora anche p. Aldo Vittor, originario di Monfalcone.
Questi giorni di gemellaggio hanno aiutato i giovani pellegrini ad entrare in contatto profondo con la realtà messicana, dal punto di vista culturale, storico, ma soprattutto personale e spirituale. Grazie alla guida di p. Aldo e alcuni filmati si è potuto conoscere maggiormente che cosa ha significato per il Messico la conquista da parte degli ispanici e come in questo movimento si è inserito l’annuncio del vangelo. Ci sono state alcune visite particolarmente significative e interessanti: il santuario della Vergine di Guadalupe, centro della spiritualità latino-americana; il centro di Città del Messico con la sua cattedrale e il museo del Palazzo Nazionale; il sito archeologico delle piramidi di Teotihuacan; il centro di Texcoco.
Il cuore dell’esperienza di gemellaggio è stato però soprattutto l’incontro con la popolazione locale. Per due giorni i giovani sono stati impegnati nella visita alle famiglie per portare la benedizione da parte della parrocchia. Alcuni si sono dati da fare per cambiare un tetto di cartone con un tetto di lamiera per alcune delle famiglie più povere della comunità. È davvero un privilegio non riservato ai turisti quello di poter entrare nella vita delle famiglie con tutte le loro ricchezze e le loro povertà. È stato significativo anche per i giovani comprendere come non sono necessari dei preti o delle suore per essere missionari, ma ciascuno per il battesimo è già missionario.
La messa e l’adorazione del mercoledì sera presso la Comunità Missionaria, presieduta dal vescovo di Texcoco, e in cui è stato dato il mandato ai giovani pellegrini, messicani e italiani, ed una giornata di laboratori e di giochi, ha completato la proposta di conoscenza e integrazione.
La celebrazione del giorno del Signore è stata la conclusione festosa di questa settimana di conoscenza e di amicizia. I giovani prima si sono divisi in alcune cappelle per partecipare alle varie messe domenicali e poi sono tutti convenuti nella cappella della colonia Victor Puebla, dove c’è stata una celebrazione eucaristica molto partecipata, a cui è seguito il pranzo in comune, lo spettacolo dei Mariachi e di un gruppo di folclore messicano.
Ecco la voce di alcuni dei giovani della diocesi partecipanti:
Laura: Rimarrei qua molto volentieri: mi sono trovato bene con la loro cultura e col modo di essere. I messicani sono molto espansivi: non sono molto vincolati agli orari, ma sono meno stressati di noi. Mi ha colpito molto la visita alle colonie di Victor Puebla e a Wenceslao. Lì abbiamo visitato le case e visto la povertà da vicino: questo mi fa crescere. Mi colpisce anche la felicità dei bambini che non hanno niente e sono veramente contenti di poter giocare. Mi ha colpito anche la devozione alla madonna di Guadalupe: la loro fede è tanto profonda e interpretano tutto come un segno divino.
Giada: Questa è un’esperienza che ti cambia e che tutti dovrebbero fare. Apre gli occhi sul mondo e su ciò che abbiamo. Ci aiuta a pensare che spesso diamo importanza a ciò che, in realtà, è superficiale. Pensavo di essere preparata, ma non si è mai preparati abbastanza ad un viaggio così. È un altro mondo in cui si vede la povertà materiale, ma si vede anche che c’è una grande ricchezza spirituale. Mi ha colpito molto la loro fede che fa andare avanti nonostante le difficoltà. Mi viene in mente la scena vista a Victor Puebla: abbiamo visitato una famiglia in cui c’era una signora che stava per morire, e usciti fuori abbiamo visto dei bambini che giocavano nella ghiaia con gioia. Il contrasto era significativo: la fede accomuna queste due scene così contrastanti. Ho visto anche che non ci sono tanti pregiudizi come da noi: ad esempio siamo andati a benedire le case… abbiamo visitato una famiglia in cui la moglie era cattolica, mentre il marito faceva parte di una setta, eppure ha pregato con noi.
Salvo: Mi ha colpito molto l’entusiasmo, la freschezza, l’allegria dei ragazzi messicani che sono qui in comunità, il loro desiderio di interagire, la loro fede e la loro forza di volontà. Mi porto a Panama e poi a casa una bella esperienza che cambierà il modo di vedere le cose.
Riccardo: Mi ha colpito l’apertura dei ragazzi messicani che ci hanno ospitato e accolto, la felicità che ci hanno trasmesso, il desiderio di diventare subito amici. Questa grande apertura sembra in contrasto con la difficile realtà di povertà delle periferie che abbiamo avuto modo di vedere con tutte le loro sofferenze e difficoltà.
Nikolaj: Sicuramente sono stato toccato dalla povertà… quando siamo andati a risistemare la casa a cui abbiamo dato un tetto di lamiera invece che un tetto di cartone, ho visto in che condizioni vivono… e sono rimasto scioccato. Sono rimasto poi affascinato dal modo di celebrare le messe qui… credo che quando tornerò in parrocchia rischierò di addormentarmi: qui le messe sono così movimentate che non si può dormire.
Juri: Sono stato affascinato in questi giorni dall’accoglienza che abbiamo ricevuto fin da subito dai ragazzi messicani. E poi le attività che mi hanno più coinvolto sono state la messa domenicale nella colonia di Victor Puebla e l’attività con i bambini.