Siamo servi inutili

Wednesday 28 September 2016

Lc 17,5-10

Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”?Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Alla conclusione di una tappa del cammino verso Gerusalemme, Gesù presenta quattro insegnamenti rivolti ai discepoli. Anzitutto sullo “scandalo”, che è ciò che ostacola e mette in crisi la fede dei semplici e dei piccoli, ciò che induce l’altro al male.
Purtroppo anche nella comunità dei discepoli (non perfetta, anzi) è inevitabile che avvengano scandali.
Poi sul perdono, che non è accondiscendenza al male (anzi occorre “rimproverare” il fratello che sbaglia), ma accoglienza di chi sbaglia (e non importa se pecca sette volte al giorno e sette volte si pente).
Segue l’insegnamento sulla fede: occorre domandarla al Signore («Accresci in noi la fede») perché la nostra è sempre così poca…
Infine sul servizio: un servizio che non fa nascere aspettative e diritti, ma è ciò che ci viene chiesto e donato (non è forse una grazia servire il Signore? Ne è convinto san Paolo che scrive ai Corinti: «Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo»: 1Cor 9,18).

† Vescovo Carlo