L’annuncio agli apostoli ed ai discepoli di Emmaus

Saturday 26 March 2016

Pasqua, Veglia pasquale: Lc, 24,1-12

Come nella passione, anche al mattino di Pasqua le donne sono protagoniste. Di tre di loro si ricordano anche i nomi (due, la Maddalena e Giovanna erano già state citate: 8,2-3).
Non incontrano il Risorto, ma il senso della tomba vuota viene loro spiegato da due uomini «in abito sfolgorante» che si appellano alle parole di Gesù (la Parola è ciò che svela il  mistero di Cristo e di chi lo segue,  come si vedrà subito dopo nell’episodio dei discepoli di Emmaus).
Quanto basta per renderle testimoni, sia pure con scarso successo. Pietro però va al sepolcro e torna pieno di stupore.

Pasqua, Messa vespertina: Lc, 24,13-35

Se tutto è finito, se ciò in cui si sperava si è rivelato una delusione, conviene tornare a casa. Ma si affianca un compagno di viaggio misterioso, Gesù, che si fa raccontare che cosa sia successo e poi parte dalla Scrittura per spiegare il senso di quanto accaduto. Il cuore è già ardente, ma solo il gesto dello spezzare il pane fa riconoscere Gesù risorto.
A quel punto non si può che tornare sui propri passi, nonostante sia sera, per testimoniare l’incontro avuto (ma  anche per ascoltare il racconto dell’esperienza pasquale di Pietro). Luca fa sapere il nome di uno solo dei due discepoli, Cleopa, l’altro resta  anonimo.
Forse perché Teofilo, la persona cui Luca indirizza il suo Vangelo, si identifichi in lui? E altrettanto possa fare chi legge oggi il Vangelo e si  ente deluso dalla vita, raffreddato nella fede, incerto sul cammino?
Raccontando questo episodio (tipico del solo suo Vangelo), l’evangelista Luca vuol far capire che la Parola ascoltata  nella  comunità e l’Eucaristia (lo  “spezzare il pane”) celebrata in essa, sono i modi concreti che i cristiani anche oggi hanno per incontrare il Risorto, ritrovare la gioia della fede e il coraggio di testimoniarla.

† Vescovo Carlo