Il ricco epulone

Wednesday 21 September 2016

Lc. 16,19-31

C’ era un uomo ricco, che indossava vestiti di porporae di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose:
“Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Un’altra parabola sulla ricchezza: sorprendente, come tutte le parabole, perché le parabole non sono dei raccontini banali, ma vogliono coinvolgere l’ascoltatore con una logica diversa dal buon senso comune, la logica di Dio.
La parabola evidenzia il cambio di destino tra il qui e l’aldilà (il primo diventa l’ultimo e viceversa) e che l’unico rimedio a un’impostazione sbagliata della vita non è l’esperienza di fatti prodigiosi (l’apparizione di uno risorto dai morti), ma l’accoglienza della Parola di Dio (l’ascoltare Mosè e i profeti).
In ogni caso l’alternativa, anche per il cristiano e la Chiesa di oggi, è tra servire Dio e servire la ricchezza, magari illudendosi di essere giusti (lo si fa a fin di bene..) e di rispettare la legge. Quest’ultima ha ancora valore, anche quando viene annunciato il regno, ma va interpretata nella sua profonda verità.

† vescovo Carlo