La scuola ci riguarda tutti
Messaggio del vescovo Carlo all'inizio dell'anno scolastico 2020/2021

Care ragazze, cari ragazzi,

in questi giorni si sta avviando un nuovo anno scolastico. Lo sappiamo tutti che è un anno molto diverso dagli altri e lo sapete benissimo anche voi.

L’anno scorso si è concluso in modo molto strano, dopo che a marzo la normale attività scolastica aveva subito una brusca frenata. Mi diceva qualche giorno fa una mamma: “mia figlia ha fatto l’esame di maturità, ma ci è rimasta male per come si è svolto; è rimasta delusa e mi ha detto: tutto qui?”. Ma anche i ragazzi delle primarie e delle medie hanno terminato l’anno in un modo brutto: senza vedersi per settimane con i compagni e le compagne, senza poter incontrare i loro insegnanti, senza che i genitori potessero parlare con i docenti. Qualche scuola è riuscita a organizzare se non una festa, almeno un saluto all’aperto. Come è stato triste per chi di voi ha finito un ciclo di scuola non potersi salutare, magari sapendo che l’anno seguente – quello che state iniziando – vi avrebbe portato in scuole e istituti diversi.

Certo, lo so bene, che nei mesi del “lockdown” (una parola che ha un suono con quel “lock” che ricorda proprio un lucchetto che chiude una porta…) la scuola è andata avanti con l’impegno di insegnanti (che spesso hanno inventato un modo nuovo di fare lezione e, in ogni caso, hanno sempre cercato di mantenere una relazione con voi), dei vostri genitori (che talvolta con fatica sono riusciti a darvi spazio in casa e vi hanno permesso di usare al meglio pc, tablet, smartphone, ecc.) e soprattutto del vostro.

Siete stati ragazzi e ragazze che non si sono arresi, che non hanno approfittato di una improvvisa ma poi troppo lunga “vacanza”, avendo voglia di continuare a crescere, di sapere, di fare e farsi domande, cercare. Complimenti e grazie a tutti voi, ai vostri genitori, ai vostri insegnanti, al personale della scuola (stavo dimenticando i nonni…: grazie anche ai nonni che spesso vi hanno ospitato e anche a quelli che per rischi di salute non hanno potuto starvi fisicamente vicini, ma vi hanno sempre sostenuto con il loro affetto).

Ora riparte un nuovo anno. Tutti speriamo che non scattino altri lucchetti e che tutto funzioni bene sino alla fine, pur con le inevitabili difficoltà. Sicuramente tutti sono preoccupati e ci sono tante attenzioni da avere che complicano un po’ la situazione. Ma guai ad arrendersi. Ce la potete fare, ce la possiamo fare (“possiamo” perché la scuola ci riguarda tutti). Sono necessari tanta prudenza e senso di responsabilità anche da parte vostra e non solo da parte dei genitori, degli insegnanti, degli altri addetti della scuola, di chi vi garantisce il trasporto e di tante altre persone. Anche se siete molto giovani – penso a quanti fra voi frequentano le primarie – so che avete una testa e che la usate bene, che ragionate, che sapete quali sono i rischi e i pericoli, che desiderate star bene e crescere nel modo migliore. Mi ha colpito in questi ultimi anni vedere come voi sapete ragionare, sapete preoccuparvi per le cose che contano, vi interessate dell’ambiente, dei problemi del pianeta, della salute, della natura. Bravi, continuate così.

E, direi, aggiungete quest’anno un po’ più di voglia di fare, di capire, di stare insieme (non appiccicati, mi raccomando…), di crescere. Non so, forse mi sbaglio, ma mi sembra che quest’anno scolastico che incomincia valga il doppio, valga due anni. Sono convinto che quando diventerete grandi lo ricorderete così. Doppio: doppio impegno, doppia preoccupazione, ma anche – vedrete… – doppia soddisfazione.

Sono stato già fin troppo lungo e vorrei concludere con un grandissimo augurio e assicurandovi che farò il tifo per voi… Però prima vorrei rispondere a una domanda che forse vi è nata dentro, soprattutto nei più grandi: perché il vescovo ci scrive? Bella e intelligente domanda.

Perché il vescovo rappresenta la comunità cristiana cui la maggior parte di voi appartiene, una comunità che ha a cuore la vostra crescita e la vostra educazione, che vi vuole un domani donne e uomini capaci, maturi, responsabili, impegnati. Una comunità che è convinta che c’è Qualcuno che vi vuole bene, che vi ha creato, vi ha dato i doni dell’intelligenza, della curiosità, della generosità e tanti altri e desidera che cresciate come suoi figli: figlie e figli di Dio. Anche attraverso il percorso della scuola. Una comunità, però, che ci tiene a tutte le ragazze e a tutti i ragazzi qualunque sia la loro religione (o anche se non ne hanno una…) e non solo alle ragazze e ai ragazzi cristiani. Tutti sono importanti per il fatto di essere persone, tutti sono preziosi per la nostra società, il suo presente e il suo futuro. E allora coraggio e avanti con forza e con gioia.

+ vescovo Carlo

08-09-2020